Obirin Meta
Obirin Meta
Tre donne, un incontro…
Obirin Meta – Tre Donne è una mostra collettiva che presenta un incontro fra tre donne artiste i quali lavori esplorano le molteplici sfaccettature dell’essere. Per mezzo di vari processi creativi, Daniela Yohannes, Obiageli Okigbo e Safaa Erruas percorrono dimensioni introspettive nelle quali l’individualità si fonde con memorie e conoscenze collettive. La pluralità dei contenuti, presente nelle opere di tutte e tre le artiste, svela la fluidità del Sé, entità eterogenea costituita dall’amalgamazione e dall’accumulazione di diversi elementi, esperienze e incontri. Tramite tecniche stilistiche personali, le artiste rimandano alle divergenze che coabitano in ognuno di noi e alle dinamiche attraverso le quali ci relazioniamo con le costruzioni sociali che ci circondano. Il tema della donna si presenta come filo conduttore, lungo il quale altre vie sono poste, contrastandosi e abbracciandosi a vicenda su un terreno fertile di incontri e di dialogo.
Il termine Yoruba ‘Obirin Meta’ descrive una donna la quale possiede le qualità di tre donne, che comprende simbolicamente tutte le donne in un solo corpo, che racchiude in sé l’Essere Donna in tutta la sua pienezza. L’Essere plurale e mutabile è il luogo in cui si incontrano queste opere le quali appaiono come un insieme le cui parti si completano e si consolidano a vicenda. La ricorrente figura femminile, modellata secondo le esperienze individuali delle artiste, viene esaltata, ma allo stesso tempo messa in discussione e persino superata. Incorporata in archetipi universali, l’immagine della donna si declina nelle figure mitiche della musa e degli antenati o nella forma allegorica di costellazioni. Queste opere auto-biografiche fluiscono tra contemplazione introspettiva e relazioni sociali, tra prospettive conosciute e universi invisibili, tra spazi consci e dimensioni inconsce, tracciando il viaggio di tre donne che condividono l’intenzione di comunicare una relazione viscerale con loro stesse e con il mondo.
La mostra affronta questioni d’identità che sono complesse e sfuggenti quanto sono ubique e problematiche in un contesto di crescente globalizzazione. L’obiettivo più ampio di questo progetto è quello di enfatizzare la proficuità e le potenzialità creative della migrazione, della diversità e della comunicazione inter-personale. Il motivo costante che emerge dall’insieme delle opere presentate mostra la ricchezza delle risorse che possono scaturire dal dialogo, dalla mobilità e dalla cooperazione. Il bagaglio iconografico e spirituale tramandato si muove liberamente attraverso frontiere spaziali e temporali. Questo è evidenziato dalle fonti d’ispirazione delle artiste, dai loro materiali e dalle loro tecniche, che danno vita a opere altamente personali le quali nondimeno possiedono il potenziale di attuare e di comunicare un messaggio universale di umanità.
Attraverso questo ‘melting pot’ estetico, sociale e umano, il pubblico sarà portato a prendere parte ad un incontro nel quale si sovrappongono e si intrecciano liberamente le molteplici sfaccettature che costituiscono ogni individuo nella sua singolare pluralità. Lo scopo è dunque quello di offrire al pubblico un’esperienza estetica che rimane aperta all’inferenza di ogni visitatore, senza indirizzare l’esito del dialogo verso un singolo argomento prestabilito, ma piuttosto mettendo in scena la possibilità di un incontro. Questo aspetto dialogico è rispecchiato nella genesi stessa del progetto di questa mostra che ha posto il curatore in una posizione di mediatore. I temi e le idee, presentati in ‘Obirin Meta’, sono germinati da un confronto diretto con le artiste, le loro aspirazioni e il senso che le loro opere prendono in questo momento di sviluppo personale e professionale. In ogni sua fase di produzione e di diffusione, la mostra vuole essere una riflessione sulle dinamiche che scandiscono le relazioni tra il sé e l’altro e si pone come uno spazio fluido di incontri, scambi e trasformazioni.
Attualmente in cerca di uno spazio museale.